Vado in Africa a cambiare il mondo

Questa estate un piccolo gruppo di uomini e donne prenderà in mano lo zaino e il cuore e partirà alla volta del Kenya.
Qualcuno di loro conosce già l’Africa, il suo mal ed i suoi mali, altri la conoscono con la vista e l’intelletto ma non con il tatto e con l’olfatto.

Si pongono un obiettivo preciso: compiere un gesto di cambiamento, di pacifica protesta se vogliamo, mettersi in moto per migliorare, crederci perchè insieme è possibile.
Utopia o realtà?

Questa estate un piccolo gruppo di uomini e donne scenderà dai 5199 metri del Monte Kenya, una vetta alta e simbolica, dopo aver incontrato famiglie, comunità, stretto mani, impastato cemento, piantato alberi e confuso i pensieri.
Allora qualcosa sarà cambiato, il mondo sarà cambiato.

Ci sarà una nuova luce ed un nuovo ronzio nelle azioni di questi uomini e donne e nuovi semi di speranza piantati qua e là nella Terra.
Le disuguaglianze proseguiranno, soprusi e violenze non saranno sopite, gli interessi prevarranno sulla dignità, ma non qui, non ora e non noi: un piccolo manipolo di donne e uomini sanno che un’altra strada è possibile e deve essere percorsa con un ostinato sorriso.

Viaggiare, seminare, è così: forse non vedrò gli agognati cambiamenti del mondo, ma sarò io stesso a cambiare, vedere questo mondo con occhi nuovi e camminarvi sopra con un nuovo passo e, contagiando il passo di chi mi sta accanto, senza accorgermene, il Mondo sarà già cambiato.

cambiare

5199 m – Una vita in salita

Per tutti la vita è una sfida.

Ci sono tantissime persone, come me e come te, cui la vita ogni giorno chiede sfide ancora più grandi per difendere i propri diritti di base: acqua, cibo, salute, istruzione.

Vogliamo sfidare noi stessi e le nostre forze esplorando diversi ambienti del Kenya fino in cima al monte Kenya, a 5000 metri, per ricordare che alla fine di uno sforzo c’è una vetta, che insieme possiamo farcela e che questa fatica non è nulla in confronto allo sforzo quotidiano di tante famiglie a noi così vicine eppure così lontane.

Camminare sui sentieri del Kenya significa accettare di camminare in salita, silenziosamente per conservare il fiato, ma con il sorriso di chi porta verso la vetta un sogno grande: donare una fonte d’acqua a 5000 famiglie di Kitui appena incontrate, con cui si è appena condiviso lo sforzo della costruzione della sand dam.

Camminare verso la Punta Lenana significa ricordare chi ha scalato quelle vette in totale solitudine reclamando la propria libertà, la libertà dell’Italia e soprattutto la libertà dalla guerra e da tutti i conflitti che impediscono lo sviluppo dignitoso ed equo dei popoli. (Mai sentito parlare di Felice Benuzzi, Giovanni Balletto e Vincenzo Barsotti?)

Camminare verso una vetta alta e impegnativa fa rimbombare ad ogni passo che le conquiste sono faticose ma ricorda anche la nostra fortuna di essere lì a respirare quell’aria rarefatta e libera, di conoscere una quotidianità fatta di affetti e certezze e necessità soddisfatte.

Camminare, camminare, il nostro augurio e impegno oggi è quello di metterci in marcia per far camminare di meno le donne e i bambini di Kitui per l’approvvigionamento di acqua, per la vendita dei prodotti agricoli, per raggiungere la scuola, per trovare un dispensario. Ecco: permettere di camminare di meno a chi già porta un pesante fardello e a tutti gli altri ricordare di mettersi ogni giorno in cammino e fare almeno un passo incontro ai bisogni dell’Altro.